NEWS/ A Venezia, il mondo della comunicazione incontra gli scienziati del clima

Alla Seconda Conferenza Annuale della Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC), un dialogo tra il mondo della scienza e quello della divulgazione. Per imparare a comunicare il clima che cambia.

 

Da una parte ci sono i numeri, i dati, le formule. I modelli, i paroloni, i fatti. Dall’altra parte il mondo dei media, filo diretto con i cittadini, potente strumento per raggiungere i più. Due mondi che spesso faticano a parlarsi, vuoi per la difficoltà di semplificare concetti complessi, vuoi per lo scarso appealing dei contenuti scientifici, che nella gara alla notiziabilità difficilmente la fanno da padroni.

A Venezia, nella due giorni dedicata alle scienze del clima (29-30 settembre), ricerca e mondo dei media si sono incontrati per discutere di come l’immensa quantità di dati prodotti dalla scienza del clima possa essere messa nel migliore dei modi a disposizione della società.

“I binari dell’informazione sul clima sono due” ha ricordato Loris Mazzetti, giornalista (Rai3, Il Fatto Quotidiano), rivolgendosi al centinaio di ricercatori partecipanti alla conferenza, afferenti a diversi ambiti disciplinari ma accomunati dall’oggetto dei loro studi: il clima che cambia. “Il primo binario da seguire è quello di semplificare l’informazione per raggiungere i cittadini, il secondo è quello di rivolgersi ai decisori politici”. Se l’informazione senza contenuto è vuota, il contenuto che non raggiunge il destinatario rimane fine a se stesso. E’ quando il contenuto della ricerca raggiunge efficacemente i decisori che si può davvero fare la differenza e cambiare le cose, attraverso l’adozione di politiche che incentivino nel concreto azioni a favore del clima.

Il clima sta cambiando e la ricerca spiega che continuerà a cambiare, portando con sé impatti sull’ambiente, sulla società, sull’economia e sulle nostre vite. Per raggiungere i non esperti di clima con questa consapevolezza e motivare comportamenti atti ad indurre un cambiamento di rotta è necessario che l’informazione abbia solide basi scientifiche, ma che allo stesso tempo venga selezionata e semplificata, ha raccomandato agli scienziati Luca Mercalli. Lui, figura al confine tra lo scienziato (è climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana) e l’uomo di spettacolo (diventato famoso perché parte del cast del programma Rai3 “Che tempo che fa”), riesce a combinare questi aspetti nella divulgazione di maggior successo sul tema che negli ultimi anni riesca a raggiunge i cittadini italiani.

Con Fabio Viola di DigitalFun si è parlato di videogiochi e del loro potere educativo, quando applicati al tema ambientale e studiati con l’obiettivo di sensibilizzare, attraverso il rinforzo immediato di comportamenti positivi e buone pratiche. Valerio Gualerzi, redattore di “Repubblica” online, ha messo l’accento sulla necessità di passare al pubblico informazioni concrete, localizzate nel tempo e nello spazio.

Nella sessione “Caccia al tesoro nella miniera dei dati. Innovazione, conoscenza e comunicazione del clima” anche i ricercatori si sono dati da fare, presentando gli strumenti più innovativi nati dalla ricerca per la rappresentazione dei dati climatici. Lancelot, prodotto del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, rappresenta in mappe dinamiche e interattive la geografia dei cambiamenti climatici presenti e futuri; il simulatore del modello WITCH, realizzato dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei, racconta (o meglio, visualizza) i futuri possibili sulla base delle scelte politiche di oggi; Climate Policy Observer, il nuovo sito web dell’International Center for Climate Governance, racconta l’attualità internazionale sulle politiche del clima e dell’energia.

Ospitati nei locali dell’Università Ca’ Foscari a Venezia (Ca’ Dolfin), i 130 partecipanti alla Seconda Conferenza Annuale della Società Italiana per le Scienze del Clima hanno seguito e condotto in prima persona sessioni scientifiche che hanno illustrato i risultati della ricerca di frontiera sul clima da un punto di vista interdisciplinare. Hanno fatto da cornice eventi di formazione per i giovani e sessioni speciali (tra cui la lecture di Thomas Stocker, presidente di uno dei gruppi di lavoro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) che, insieme all’incontro con i media, vogliono colmare il varco tra la scienza e la società.